Lectio Magistralis “Scienza, colore, percezione e materia”

Lectio Magistralis “Scienza, colore, percezione e materia”

Giovedì 6 giugno 2024 l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro, in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione e Studio (SAFS), presenta la Lectio Magistralis dell’Ing. Marcello Melis dal titolo “Scienza, colore, percezione e materia”.

La lezione si terrà, a partire dalle ore 11, presso la sala conferenze dell’ICPAL “Maria Clara Lilli Di Franco”, in via Milano 76 a Roma.

INFO – Ingresso libero fino a esaurimento posti.

SCIENZA, COLORE, PERCEZIONE E MATERIA
Il mondo, gli esseri viventi, gli umani, siamo tutti (anche) materia che interagisce con materia, e di questa materia abbiamo una percezione che si è evoluta in infinite diverse sfumature, spinta dalla selettività della pressione evoluzionistica cui ogni specie è sottoposta da sempre nella storia del mondo. Il nostro rapporto con la materia può essere molto diverso a seconda del contesto in cui la materia è oggetto del nostro interesse. Eppure a volte, anzi molto spesso, e sempre più spesso, abbiamo bisogno di una valutazione oggettiva della materia, non più solo percettiva, che sia indipendente dal contesto culturale.

Quando serve una valutazione obiettiva, fisica, un riconoscimento e distinzione di un certo materiale da un altro, la scienza ci viene incontro con strumenti che, soprattutto nell’ultimo secolo, hanno fatto grandi passi avanti nelle varie discipline. Uno straordinario elemento di accelerazione nella comprensione ed identificazione complessiva della materia è scaturito dai continui scambi di conoscenza tra le varie discipline scientifiche.

Il colore, sotto tutti i punti di vista lo si consideri, è sempre stato oggetto di straordinaria attenzione, interesse e fascino da parte dell’uomo, assumendo, in particolare nel campo dei Beni Culturali, un ruolo di primo piano. Questo breve seminario si muoverà su una scacchiera rigorosamente scientifica, collocando elementi come materia, percezione e misura nei corretti rapporti reciproci per avere una visione globale ed esaustiva di quanto ruota intorno al colore.

MARCELLO MELIS
Liceo Classico e Laurea in Ingegneria Elettronica.
Ha partecipato alla 9a missione Space Shuttle con la elaborazione digitale di segnali biometrici. Ha trascorso 3 anni in Digital Equipment Corporation come Software Specialist e successivamente 10 anni in Space Engineering come Project Manager e responsabile delle applicazioni di Remote Sensing, Elaborazione di Immagini, Artificial Intelligence e sistemi di pianificazione per Reti Mobili.
Dal 1999 in Lucent Technologies come Program Manager per progetti verso Vodafone come SummerCard. You&Me, Number Portability, televoto con SMS.
Docente presso Università La Sapienza, Facoltà di Ingegneria dal 2002 al 2008, nel 2009 Fonda Profilocolore che nel 2010 diventa Srl e da allora Amministratore Unico.
In Profilocolore guida lo sviluppo di algoritmi ed applicazioni rivolti alla colorimetria ed alla diagnostica tramite fotocamere digitali di fascia alta, rivolti al mondo dei Bani Culturali e successivamente al controllo qualità ed Imaging Spettrale nel mondo dell’industria in vari campi applicativi.
Membro del Research Forum 01 della CIE per la ricerca su Spectral Imaging. Ha pubblicato articoli internazionali sulle applicazioni diagnostiche in Cultural Heritage del sistema Hypercolorimetric Multispectral Imaging (HMI) ormai standard diagnostico presso importanti Musei (Vaticano, Egizio-TO e Louvre) e Laboratori di Diagnostica per Opere d’Arte.

Lectio Magistralis “Raffaello in Villa Farnesina: dai colori della prosperità al blu egizio”

Lectio Magistralis “Raffaello in Villa Farnesina: dai colori della prosperità al blu egizio”

Il 29 maggio 2024 l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro, in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione e Studio (SAFS), presenta la Lectio Magistralis del Prof. Antonio Sgamellotti dal titolo “Raffaello in Villa Farnesina: dai colori della prosperità al blu egizio”.

La lezione si terrà, a partire dalle ore 11.00, presso la sala conferenze dell’ICPAL “Maria Clara Lilli Di Franco”, in via Milano 76 a Roma. La partecipazione è valida ai fini del riconoscimento di un credito formativo per gli studenti della SAFS ICPAL.

INFO – Ingresso gratuito su prenotazione all’indirizzo ic-pal.comunicazione@cultura.gov.it. Prenotazioni entro le ore 12.00 del 28 maggio. Si prega di attendere conferma via email.

 

RAFFAELLO IN VILLA FARNESINA – DAI COLORI DELLA PROSPERITÀ AL BLU EGIZIO

Villa Farnesina, la dimora extraurbana di Agostino Chigi, progettata da Baldassarre Peruzzi e affrescata dai Maestri del Rinascimento, è una delle più alte espressioni artistiche di quel periodo.

La favola di Apuleio, dipinta nella Loggia di Amore e Psiche da Raffaello e dalla sua bottega, è contornata da festoni vegetali: le loro ricche tonalità, associate a frutti provenienti da tutti i continenti, rappresentano i colori della prosperità.  La ricchezza cromatica di questi frutti, molti dei quali non ancora conosciuti e mai dipinti prima, è rappresentata dall’uso di insoliti pigmenti e materiali, come rivelato dalle indagini non invasive.

Dagli studi dei materiali del Trionfo di Galatea, affresco autografo di Raffaello, emerge l’uso del blu egizio dopo secoli di oblio, una evidenza – del tutto inaspettata – che dimostra l’interesse del Maestro urbinate per l’Antichità.

Le indagini diagnostiche non invasive nei beni culturali non sono solo un necessario prologo nelle procedure di restauro, ma rappresentano un necessario mezzo ermeneutico per una nuova storia dell’arte, dove spesso i materiali utilizzati rivelano le intenzioni degli Artisti come tracce documentali.

Villa Farnesina è anche la protagonista di studi riguardanti l’impatto di polveri sottili e l’effetto di vibrazioni da traffico veicolare sugli affreschi delle logge e sul suo giardino. Queste indagini sono condotte in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

 

Antonio Sgamellotti – Professore Emerito di Chimica Inorganica dell’Università degli Studi di Perugia. Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei. Dottore Honoris Causa, UNSAM University, Buenos Aires. Co-fondatore e Presidente onorario del Centro di Eccellenza SMAArt “Scientific Methodologies applied to Archaeology and Art” e Co-fondatore del MObile LABoratory, MOLAB, per indagini non invasive in situ per oggetti d’arte. Fondatore e Direttore del CERIF – (CEntro linceo di RIcerca sui beni culturali Villa Farnesina). Autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche riguardanti chimica computazionale avanzata, proprietà elettroniche e strutturali di molecole e materiali inorganici, proprietà spettroscopiche, e caratterizzazione di manufatti archeologici e storico-artistici.

 

Disponibile online una pubblicazione sulle attività 2023 dell’ICPAL

Disponibile online una pubblicazione sulle attività 2023 dell’ICPAL

L’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro rende disponibile alla consultazione una pubblicazione realizzata per illustrare alcune delle attività svolte nel corso del 2023. L’ICPAL ha la particolarità di strutturarsi in uffici ed ambienti notevolmente differenti e annovera i laboratori scientifici, il laboratorio di restauro, il laboratorio fotografico, l’archivio, la biblioteca e la Scuola di Alta Formazione e Studio (SAF).

Attraverso la realizzazione di questo opuscolo, a carattere divulgativo, è stato quindi possibile illustrare le differenti attività dell’ICPAL, vòlte sia alla tutela che alla valorizzazione del patrimonio archivistico e librario, restituendo l’immagine di un istituto articolato e dinamico.

Clicca qui per scaricare il documento

L’ICPAL ospita una delegazione dell’Istituto Matenadaran

L’ICPAL ospita una delegazione dell’Istituto Matenadaran

Il 10 aprile l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro ha avuto il piacere di ospitare i rappresentanti del “Matenadaran”, storico Istituto di ricerca di antichi manoscritti e museo armeno. Il Direttore dell’ICPAL, Aurora Raniolo, insieme ai suoi collaboratori, ha accolto la delegazione composta da Ara Khzmalyan, Direttore del Matenadaran; Vahe Torosyan, Vicedirettore; Lusine Margaryan, membro del nuovo gruppo di ricerca biochimica sui manoscritti di Matenadaran, e Sona Baloyan, Specialista nei rapporti internazionali.

Nel corso della visita è stato organizzato un tour del giardino storico e dei laboratori di restauro, di conservazione e scientifici dell’ICPAL, nell’ottica di una maggiore condivisione internazionale delle conoscenze scientifiche e tecnologiche. Un confronto particolarmente importante per il programma del master “Restauro del patrimonio scritto” che sarà presto implementato al “Matenadaran”.

La direzione dell’istituto armeno ha, inoltre, invitato ufficialmente l’ICPAL a partecipare al seminario internazionale “Le immagini della memoria: le più recenti tecnologie di conservazione e restauro del patrimonio manoscritto e stampato”, che si terrà in Armenia in autunno. L’evento sarà l’occasione per siglare e rinnovare un protocollo di intesa con l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro teso a promuovere la collaborazione internazionale nel settore del restauro e la valorizzazione del patrimonio archivistico e librario.

 

Il Museo dell’ICPAL e il nuovo spazio espositivo

Il Museo dell’ICPAL e il nuovo spazio espositivo

Il Museo dell’odierno Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro fu istituito da Alfonso Gallo nel 1938, contestualmente alla fondazione dell’Istituto. Sin dalle sue origini, fu concepito come il complemento essenziale dell’attività di ricerca alla base del Regio Istituto: uno spazio per rappresentare soprattutto l’ampia casistica dei danni al patrimonio librario su cui i laboratori effettuavano le loro indagini: le infestazioni termitiche, i bombardamenti e la conservazione in depositi non adeguati. Vi furono raccolti anche materiali irrecuperabili come i papiri combusti di Ercolano e i codici membranacei danneggiati nell’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino nel 1904. Le aree espositive vennero ampliate nel 1939, grazie all’accresciuto interesse nel progetto museale che si aprì ad una prospettiva persino extraeuropea con l’acquisizione di campioni cartacei provenienti dall’India e dall’Africa Orientale. Trovarono spazio, inoltre, una nuova e cospicua collezione di filigrane, di inchiostri e coloranti per miniature e di fibre vegetali varie. L’ampiezza dei locali e la dislocazione su due piani determinò un assetto funzionale e logistico, documentato in più riprese dalle pubblicazioni citate e dal corredo fotografico a noi giunto. Nel corso dei decenni il Museo ha continuato ad arricchirsi di reperti inerenti alla manifattura del libro e al suo degrado, formando una raccolta di oggetti unica nel suo genere, apprezzata da studiosi in ambito nazionale ed internazionale.

Nel 2001, il Museo ebbe un nuovo allestimento più adeguato alla crescente richiesta di un pubblico differenziato per interessi ed età. Lo spazio museale, nella sua nuova collocazione, fu ricavato nel piano seminterrato dell’Istituto di Patologia, il che consentì una maggiore omogeneità ed una nuova ristrutturazione dei contenuti. Il percorso si articolava in tre sezioni dedicate rispettivamente ai materiali e alle tecniche di manifattura dei documenti antichi e moderni, ai danni e ai molteplici fattori che li causano e, infine, alla prevenzione e al restauro con la possibilità di ripercorrere – mediante l’ausilio di documentari d’epoca e filmati più recenti – l’evolversi della storia istituzionale e gli interventi più impegnativi che avevano coinvolto i laboratori. Era prevista, inoltre, una sezione a carattere didattico dove i giovani visitatori potevano partecipare attivamente a prove pratiche di laboratorio sull’arte della scrittura e della miniatura con ricostruzioni in facsimile di codici su pergamena e carta. Il Museo venne a costituire così una nuova offerta anche nell’ambito del territorio e consolidò i legami culturali dell’area del Rione Monti, con un flusso scolastico non indifferente; nel 2016, gli ambienti che ospitavano il museo furono oggetto di importanti restauri strutturali e conservativi.

La sala espositiva momentaneamente chiusa per lavori – pur conservando la ripartizione tematica precedente – offre un sistema di comunicazione misto, con numerosi reperti esposti e istallazioni multimediali, che accompagna il visitatore alla scoperta delle diverse forme assunte dal libro nel corso dei secoli, delle sue strutture nascoste e delle diverse professionalità che concorrevano alla realizzazione di un oggetto così complesso che ha segnato profondamente l’evoluzione culturale, sociale ed economica dell’umanità.

Dott.ssa Simonetta Iannuccelli

Nelle more della riapertura della Sala Espositiva dell’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro, attualmente non fruibile per lavori, si pubblica l’inventario delle immagini dei beni mobili esposti nel museo.