la Sede
L’Istituto occupa un’area di grande interesse storico-artistico, sulle pendici sud-occidentali del colle Viminale, con resti e testimonianze risalenti all’epoca romana. Sin dall’età repubblicana e fino al tardo impero nell’area si sviluppa un quartiere con edifici pubblici (Lavacrum Agrippinae e Thermae Olimpiadis), abitazioni private e ricche dimore patrizie, abbandonate fra il V e il VI secolo quando nella zona si insediano nuove basiliche, prima fra tutte quella di S. Maria Maggiore, modificando completamente il tessuto urbanistico dei quartieri compresi tra Viminale ed Esquilino.
In una pianta di Roma incisa dal Nolli nel 1748, l’attuale area occupata dall’ICPAL risulta appartenere alle Monache Clarisse di San Lorenzo in Panisperna, con il convento e la chiesa dedicata al Santo.
All’indomani del 20 settembre 1870, nel momento in cui Roma diventa capitale d’Italia, è avviata la trasformazione della città in grande capitale moderna. In base ad un progetto di Quintino Sella, Ministro delle Finanze, l’area del Viminale – in seguito all’esproprio da parte dello Stato, nel 1873, della chiesa e del monastero di San Lorenzo – viene destinata ad accogliere il grande Orto Botanico di Roma e gli Istituti scientifici e medici dell’Università La Sapienza. I lavori procedono rapidamente e vengono impiantate sul colle molte specie di piante esotiche o rare, mentre si procede alla costruzione di nuove sedi per l’Istituto di Fisica e per quello di Botanica.
Il progetto subisce una battuta d’arresto: il Comune dispone l’apertura di via Palermo e di via Milano, che taglia in due la zona. Pertanto nel 1883 l’Orto Botanico è trasferito nella sua sede attuale di Villa Corsini alla Lungara.
Nel 1913 si dà il via ai lavori per l’edificazione del Ministero dell’Interno sul Viminale, determinando un definitivo mutamento nell’assetto della zona. Si tratta dell’ultimo passo che conduce in pochi decenni, nel 1938, al trasferimento definitivo degli Istituti scientifici nella nuova sede della Città Universitaria. Nello stesso anno l’area dell’Istituto di Botanica e dell’Istituto di Istologia e Fisiologia viene assegnata al Regio istituto di patologia del libro.
Nel giardino dell’Istituto rimangono le tracce delle numerose trasformazioni urbanistiche della zona. La palazzina principale dell’ICPAL è collocata nell’edificio che ospitò l’Istituto di Botanica. Nel Giardino storico che la circonda è possibile ancora “leggere” le tracce dell’Orto Botanico originario: in particolare sopravvivono alcune piante rarissime, come l’Aghatis e l’Araucaria, entrambe originarie dell’Australia, e la Phytolacca, originaria del Brasile e dell’Argentina e presente nell’orto in uno dei pochi esemplari importati dal Principe Ladislao Odescalchi, appassionato botanico, al ritorno da un viaggio in Sudamerica.
Ancora oggi nel giardino dell’ICPAL si erge l’antica Torre detta dei Capocci, già attestata nella pianta del Nolli. Si tratta di una torre di piccole dimensioni, costruita probabilmente per la guardia e la difesa. In un documento dell’Archivio Vaticano (Registri delle suppliche, vol. 1116, carta 95, anno 1501) si afferma che la torre venne portata in dote alle monache di San Lorenzo insieme agli orti circostanti da una giovane fanciulla della famiglia Capocci, da cui il nome. In passato al suo interno sono state in funzione un’officina tipografica e una cartiera ricostruita su modelli medievali.
la Storia
L’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro (ICPAL) è un Istituto ad autonomia speciale del Ministero della Cultura, afferente alla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali. Opera come centro specializzato nell’attività di restauro, conservazione, ricerca e formazione nell’ambito dei beni archivistici e librari.
L’Istituto centrale di patologia del libro nasce nel 1938 su progetto di Alfonso Gallo con la finalità di coniugare lo studio del libro dal punto di vista storico e delle sue componenti materiali con le discipline scientifiche. Sin dalle origini l’impegno dell’Istituto consiste essenzialmente nella ricerca e nell’alta formazione finalizzate alla conoscenza, conservazione e restauro dei materiali librari conservati nelle biblioteche italiane. Negli anni successivi alla scomparsa di Alfonso Gallo nel 1952, l’Istituto per la patologia del libro continua a perseguire i propri obiettivi di studio, continuando ad ottenere riconoscimenti anche in ambito internazionale. Sono molti i cambiamenti istituzionali intervenuti, che ne fanno evolvere la struttura e ne plasmano la conformazione e le specificità attuali.
La prima evoluzione si attua quando, nel 1974, nasce il Ministero per i beni culturali e ambientali, istituito da Giovanni Spadolini con D.L. 14 dicembre 1974 n. 657. Il nuovo Ministero accoglie le competenze e le funzioni in materia che erano prima del Ministero della Pubblica Istruzione (Antichità e Belle Arti, Accademie e Biblioteche), Ministero degli Interni (Archivi di Stato) e della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Discoteca di Stato, editoria libraria e diffusione della cultura) con il compito precipuo di raccoglierne le competenze e le funzioni in materia di antichità, belle arti, accademie e biblioteche. L’istituto di patologia del libro “Alfonso Gallo” viene perciò assorbito dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (D.P.R. 3 dicembre 1975, n. 805) al fine di realizzare concretamente la profetica visione del suo fondatore.
Successivamente interviene un importante cambiamento quando, nel 2007, nell’ambito della riorganizzazione del MiBAC attuata con il D.P.R. 26 novembre 2007 n. 233, art. 15, si realizza la fusione dell’Istituto di Patologia del Libro (ICPL) con il Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato (CFLR). Nella sede di via Milano n. 76 a Roma confluisce il patrimonio storico-artistico e di conoscenze custodito dal Centro di fotoriproduzione legatoria e restauro degli Archivi di Stato (CFLR), che assume così la definizione di Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL).
L’Istituto riunisce dunque due entità ben distinte per nascita, storia e contesti di riferimento, ognuna portatrice di propri valori e tradizioni operative. Un grande patrimonio di conoscenze e di esperienze che si concentra oggi in un’unica realtà.
Ai sensi del D.P.C.M. 2 dicembre 2019 n. 169, l’istituto assume la denominazione attuale di Istituto Centrale per la Patologia degli archivi e del libro (ICPAL), quale ufficio dotato di autonomia speciale di livello dirigenziale non generale dotato di autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile (art.33) afferente alla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali (art.15). In seguito l’organizzazione e il funzionamento dell’ICPAL sono state ulteriormente regolamentate con il D.M. 03 febbraio 2022 n.46.
La principale attività dell’Istituto consiste nella ricerca finalizzata alla conoscenza, alla tutela e alla conservazione dei materiali archivistici e librari appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici.
L’Ordinamento dell’ICPAL prevede lo svolgimento di attività di restauro, conservazione, ricerca e consulenza, dando particolare rilievo alla prevenzione, alla formazione, alla cooperazione internazionale e all’informazione scientifica.
Tra gli obiettivi strategici dell’Istituto si annovera anche la promozione e valorizzazione dei beni archivistici e librari, attraverso iniziative e progetti condotti in collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali. L’ICPAL promuove e organizza mostre, convegni, stage e seminari sui temi riguardanti i propri compiti istituzionali. Inoltre, rende noti mediante pubblicazioni i risultati delle ricerche effettuate e i metodi di analisi e di intervento elaborati dai propri ricercatori.
Grande attenzione è riservata alla didattica: attraverso la Scuola di Alta Formazione e Studio si provvede alla formazione di restauratori di beni archivistici e librari.