Alfonso Gallo

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Alfonso Gallo
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Nacque ad Aversa il 24 marzo del 1890. Frequentò la facoltà di lettere di Napoli dove nel 1912 conseguì la laurea. Si iscrisse inoltre alla facoltà di medicina ma non arrivò alla laurea: questi studi furono comunque fondamentali per la formazione culturale e per la sua attività futura. Nel 1919 venne ammesso al corso di perfezionamento della Scuola di paleografia di Firenze dove fu allievo di Luigi Schiaparelli.
Furono proprio gli studi storici e paleografici che portarono Alfonso Gallo ad interessarsi dei problemi relativi alla conservazione e al restauro di libri e documenti. Dal 1919 al 1923 fu insegnante di scuola media prima ad Avellino poi a Benevento e Spoleto.
Nel 1923 divenne libero docente di paleografia e nel 1926 fu nominato ispettore superiore bibliografico della Direzione generale delle biblioteche e contemporaneamente divenne titolare dell’insegnamento di bibliografia e biblioteconomia all’Università di Roma, cattedra che ricoprì fino al 1949.
Negli stessi anni approfondì gli studi sulle alterazioni del libro e divenne consapevole della necessità di far precedere le operazioni di restauro da puntuali indagini scientifiche sugli agenti chimici, biologici e fisici che procuravano danni al materiale librario. A tale scopo, Gallo riuscì nel 1929 a creare un piccolo laboratorio presso l’abbazia di Grottaferrata nel quale la collaborazione di biologi e chimici si limitava allo studio delle tecniche più idonee ad affrontare le differenti problematiche sottoposte ai restauratori. Gallo intuì che la ricerca in questo campo doveva essere ampliata e approfondita.
All’inizio del 1938 egli presentò a Bottai, allora ministro dell’Educazione nazionale, un progetto per la creazione di un’istituzione che si occupasse dello studio del libro quale entità fisica: la struttura, le alterazioni e la prevenzione dei danni.
Nasceva così l’Istituto di patologia del libro che Alfonso Gallo diresse fino al 1952, anno della sua morte.