La storia dei Loghi
L’istituto, nel corso della sua vita, si è fregiato di molti loghi differenti, tutti con contenuti visivi legati alla filosofia dell’attenzione al patrimonio librario e alla sua tutela.
Alla nascita del Regio Istituto di Patologia del Libro Attilio Giuliani (Roma 1899-Milazzo 1975), maestro di xilografia, creò due immagini, una in cui compare la fenice che risorge dal fuoco e che riporta il motto dell’Istituto “Post fata resurgo”, l’altra in cui appaiono, separate dal fascio littorio, due pagine di un libro, una delle quali reca l’incipit del Cantico delle creature.
Questo secondo logo è stato anche usato per il Bollettino del Regio Istituto di Patologia del Libro fino al 1946.
Dopo la guerra e la nascita della Repubblica Italiana, l’Istituto cambiò nome, divenendo l’Istituto di Patologia del libro e il logo di Giuliani fu sostituito da quello creato dal pittore e incisore Tarquinio Bignozzi (Roma 1885-Roma 1967) che riporta il motto dell’Istituto “Post fata resurgo” e riassume le competenze dei diversi laboratori: i libri in ordine sullo scaffale per le ricerche umanistiche, il microscopio per la biologia e la storta per la chimica, tutte applicate ai libri danneggiati, mostrati in primo piano, pronti per il restauro. Anche questo compare nel Bollettino dell’Istituto fino al 1968, quando viene leggermente modificato e resta in uso fino al 1972.
Un ulteriore cambio di nome dell’Istituto, che divenne Istituto Centrale, comportò la nascita di un nuovo logo, che nel 1978 appare nel Bollettino e riporta solo le quattro lettere che compongono l’acronimo ICPL.
Nella seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso l’artista piemontese contemporaneo Gaudenzio Nazario realizzò un nuovo logo per l’Istituto.
L’immagine doveva apparire come se fosse una filigrana al tratto e riporta un libro sulla cui coperta anteriore si incrociano le lettere dell’acronimo dell’Istituto. Le aste della I e della L si innestano in una freccia che colpisce un pesciolino d’argento, simboleggiando la lotta dell’Istituto contro uno dei possibili danni arrecati ai libri.
Tale logo, che compare in due versioni, una con il nome dell’Istituto per esteso, l’altra solo col disegno, resta in vigore fino al 2007, quando un nuovo cambio di nome dell’Istituto, che diviene Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, impone una modifica della veste grafica.
Il nuovo logo del 2008 riporta un albero, che simboleggia la rinascita e si collega anche al legno, materia prima assai diffusa per la fabbricazione della carta.
Da allora, fino al 2019, l’immagine è rimasta sempre identica, ma è cambiato il modo di esplicitare il nome dell’Istituto.
Il 2020 vede una sorta di ritorno al passato: una fenice sorge da un libro aperto, affiancato da una storta e un microscopio. Ritorna il motto dell’Istituto Post fata resurgo.